venerdì 7 maggio 2010

Contributo della FUCI Bresciana alla lettera pastorale del vescovo

Eccellenza, quali giovani cattolici non possiamo fare a meno di interrogarci su quanto sia complesso vivere la fede in questa società. Diciamo complesso, perché quotidianamente, e forse in misura maggiore rispetto ad altri, siamo sottoposti a pressioni ed aspettative contraddittorie, a volte laceranti, che provocano un inevitabile disorientamento. Ci troviamo spesso scossi da venti che soffiano in direzioni divergenti: relativismo e assolutismo, nichilismo ed edonismo. I giovani, tutti i giovani, anche quelli non credenti, sentono nel loro intimo il bisogno di una bussola, di un riferimento forte e rassicurante. Essi aspettano che qualcuno gli dica che loro vita è sensata per il solo fatto che essi esistono, che non sono chiamati per forza alla ricchezza, o alla fama, o al potere, che non sono solo agenti in un mercato. Che essi sono chiamati a realizzarsi come persone, nel modo più bello. Per questo Eccellenza, crediamo che sia urgente una nuova evangelizzazione per i giovani, cioè l'annuncio che qualcosa di diverso non solo è possibile, ma è alla portata. E' necessario a nostro avviso che passi forte una concezione vera dell'uomo, un'antropologia cristiana che, siamo convinti, riuscirà ad affascinarci. Su cosa vale pena di investire nella vita? Quali sono le cose realmente importanti? Quali devono essere i nostri obbiettivi? Sono queste le domande che ci poniamo tutti i giorni, domande a cui il vangelo può dare una risposta. Questa è, secondo noi, la cosa di cui i giovani hanno più bisogno in questo periodo storico privo capisaldi, sostanzialmente povero di ideologie, ma non di ideali. Sappiamo che realizzare tutto questo è una sfida difficile, che noi abbiamo nel nostro piccolo accettato, cercando umilmente di portarla avanti, e pensiamo che una Sua parola a riguardo sarebbe importantissima per noi e per i nostri coetanei.

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