domenica 20 novembre 2011

Messaggio di auguri del prof. Romano Prodi

Messaggio di auguri del prof. Romano Prodi in occasione della IV Settimana dell’Università della FUCI
14 – 20 novembre 2011

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COSCIENZA UNIVERSITARIA


Cari amici della Fuci, non è mia intenzione indugiare qui sui problemi che affliggono l’università. Problemi di risorse, di ordinamenti, di qualità della ricerca e della didattica, problemi di diritto allo studio e di raccordo con il mondo delle professioni. Voi li conoscete meglio di me, li vivete quotidianamente e, come è giusto, ne fate oggetto della vostra riflessione e del vostro impegno personale e associativo. Così pure non spendo parole su due cruciali questioni del nostro tempo che pure vi investono direttamente. Questioni oggetto di una ridondante retorica pubblica alla quale, tuttavia, non corrispondono concrete, adeguate azioni. Alludo al deficit di mobilità sociale che sconta il nostro paese e all’ingiustizia di cui sono vittima le nuove generazioni. Molti sarebbero i capitoli da elencare: il carico del debito pubblico, il welfare e soprattutto la previdenza, le opportunità di lavoro, la casa per le giovani coppie, l’accesso alle responsabilità politiche...Tutte questioni che chiamano in causa precise responsabilità in capo alla società adulta. Ma, ripeto, non è su questo che voglio richiamare la vostra attenzione. Mi pare più adatto a un breve, cordiale saluto, in occasione della vostra Settimana dell’Università, un cenno allo stile peculiare del vostro “abitare l’università”. Uno stile conforme alla gloriosa tradizione della Fuci e che vi da modo di vivere con intensità questo tempo speciale e non ripetibile della vostra vita, quello appunto dell’università. Perché, nonostante il cumulo di problemi cui si è fatto cenno, possiate “gustare” in pienezza (come recita la parola di Sant’Ignazio che avete voluto ispirasse questa edizione delle vostre Settimane universitarie) le opportunità formative che vi sono offerte. Sono sicuro che ancora oggi, come già nei tempi lontani della nostra formazione universitaria, i vostri educatori vi abbiano fatto conoscere quella singolare caratteristica della spiritualità fucina delle origini che è la raccolta delle meditazioni di Giovanni Battista Montini, giovane assistente dell’associazione, che portava come titolo: “coscienza universitaria”. In quel testo, frutto di dirette conversazioni con gli universitari di allora, sono fissati i tratti della spiritualità e dello stile fucini: la cura per la vita interiore, il valore dello studio, del privilegio dell’esperienza universitaria, che non è data a tutti, e dunque della responsabilità di parteciparne largamente i frutti alla propria comunità, a cominciare dai coetanei meno fortunati che di quella opportunità non possono godere. Ed inoltre passione per la verità unita allo spirito critico e al gusto per la ricerca (non a caso “Ricerca” è il nome della vostra testata associativa) e la tensione verso un’attività professionale praticata con onestà, rettitudine, generosità.
Furono queste qualità che concorsero a fare della Fuci un forte protagonista della rinascita democratica e civile del nostro paese nel secondo dopoguerra. Senza forzare le analogie, è tuttavia evidente che anche oggi, pur in tutt’altro contesto, si richieda una difficile opera di ricostruzione che attinga alle migliori risorse morali e culturali di cui, nonostante tutto, ancora dispone il nostro paese, specie tra le giovani generazioni.
“Coscienza universitaria” è davvero espressione forte. Coscienza è infatti una parola impegnativa nel lessico cristiano. Al riguardo, il Concilio Vaticano II, nella costituzione “Gaudium et spes”, così si esprime: “La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo... l’uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà...la dignità dell’uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere”. Certo la coscienza deve essere educata, deve attingere alla lezione dei maestri e della sana tradizione. Ma, alla fine, nessuno può sostituirsi ad essa. Nessuno può sostituirsi a voi, nessuno può surrogare le vostre personali responsabilità. Specie dentro una società e una cultura spesso lontane dall’etica cristiana. Dovete imparare a stare in piedi, a resistere alle pressioni di conformità della cultura di massa, a pensare con la vostra testa e ad agire responsabilmente. Cioè, alla lettera, a rispondere in prima persona delle vostre scelte e dei vostri comportamenti. Con scienza e coscienza, affinando competenza professionale ed etica della responsabilità.
Così mi pare di potere intendere la “coscienza universitaria” di scuola montiniana. Attuale oggi più di ieri. Il mio sincero, cordiale augurio è che possiate condurre con profitto e coronare brillantemente i vostri studi e che i vostri compagni possano scorgere in voi i tratti della “coscienza universitaria” di cui siete portatori.

Con molta amicizia,

Romano Prodi

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